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E' necessaria la coordinazione e l'elaborazione di una strategia rivoluzionaria comune

ECM 2013: Discorso introduttivo pronunciato dal Segretario Generale del CC del KKE

Il 30 settembre 2013 in una sala del Parlamento europeo a Bruxelles su iniziativa del KKE si è tenuto l'incontro dei Partiti Comunisti Europei sul tema: "Il ruolo dei partiti comunisti e operai d'Europa per rafforzare la lotta della classe operaia e degli strati popolari contro la UE e la strategia del capitale, per una via d'uscita popolare dalla crisi del capitalismo, per il rovesciamento del capitalismo, per il socialismo".
I Partiti comunisti e operai di tutta Europa riuniti hanno confrontato la loro lotta contro l'Unione europea e la strategia del capitale, scambiato le esperienze e programmato iniziative per coordinare le attività. L'incontro di quest'anno ha un'importanza aggiuntiva in quanto si è svolto in un periodo prossimo alle elezioni parlamentari europee.
Hanno partecipato all'incontro 32 partiti comunisti e operai di tutta Europa


Il discorso introduttivo dell'incontro è stato pronunciato dal Segretario Generale del CC del KKE, Dimitris Koutsoumpas, il quale ha affermato:

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E' necessaria la coordinazione e l'elaborazione di una strategia rivoluzionaria comune

Stimati compagni:

Ringraziamo i Partiti Comunisti e Operai per aver accettato l'invito del KKE. L'Incontro Comunista Europeo è stato istituito come uno spazio in cui discutere i fatti d'Europa, così come gli eventi internazionali, e contribuire allo scambio di esperienze di lotta dei comunisti e del movimento operaio e popolare per rafforzare l'azione comune.

Riteniamo che i Partiti Comunisti e Operai debbano rinforzare la propria azione ideologica, politica e di massa indipendente, insistere nel coordinamento della loro lotta contro il sistema di sfruttamento, l'UE, il capitale e i partiti che fanno i suoi interessi. Inoltre, i diversi partiti borghesi e opportunisti usano molti modi per elaborare il proprio intervento politico, per coordinarsi, promuovendo l'una o l'altra forma di governo a favore del capitalismo.

Il KKE farà tutto il possibile per rafforzare il movimento comunista e operaio europeo, per potenziare l'attività indipendente dei nostri partiti in vista della necessità di mettere a punto una strategia rivoluzionaria vincente.

Allo stesso tempo, questo incontro costituisce una chiamata ai popoli di Europa a unirsi e lottare insieme ai Partiti Comunisti e Operai in ogni paese, all'organizzazione più efficace della lotta, alla promozione delle lotte sociali e all'alleanza popolare. E' un appello ai popoli affinché dirigano la propria lotta verso il confronto col nemico reale, ovvero il potere dei monopoli, le organizzazioni imperialiste, la UE e la NATO.

Stimati compagni:

La crisi capitalista, una crisi di sovrapproduzione e sovraccumulazione di capitale che imperversa in Grecia e in una serie di paesi dell'UE, è accompagnata da dure misure antioperaie. Non è una peculiarità o un fenomeno di un paese in particolare. L'attacco antioperaio si sta intensificando in tutti gli stati membri dell'UE, cosi come negli altri paesi del continente, con lo scopo di assicurare la competitività delle imprese monopoliste, di garantire forza lavoro a basso costo e di trovare nuovi campi di profitto per il capitale.

In realtà si tratta di ristrutturazioni antipopolari approvate e intraprese molto prima dello scoppio della crisi. Dopo l'esplosione della crisi è diventato possibile accelerarle e generalizzarle. Queste direttive non riguardano soltanto gli Stati indebitati dell'UE, bensì tutti i paesi.

In generale, in tutti i paesi capitalisti, in condizioni di recessione o di "crescita", nel "sud povero" o nel "nord ricco", nelle unioni interstatali capitaliste di vecchia data, come l'UE, o nelle più nuove, i lavoratori si scontrano e continueranno a scontrarsi con le ristrutturazioni capitaliste necessarie al capitale. Per esempio, in Grecia si sviluppa rapidamente la contrazione, la chiusura e la privatizzazione di enti pubblici, come EAS (Sistemi di Difesa Ellenici), LARCO (impresa mineraria e metallurgica), la radiotelevisione statale e di altri settori d'importanza strategica.

Allo stesso tempo, nel ceto politico ed economico della borghesia continua il confronto sulla formula di gestione. Si tratta di un confronto che riflette il conflitto d'interessi dei diversi settori delle classi borghesi in Europa, mentre diverse forze di stampo socialdemocratico e opportunista cercano di inglobare settori della classe operaia, dei ceti popolari, e collocarli sotto una "bandiera altrui".

Il dibattito sulla gestione del debito, della crisi, soprattutto tra gli Stati indebitati, si sta inasprendo a proposito del cambiamento del modello di politica fiscale. Questo dibattito si svolge sul terreno del cambiamento dei rapporti di forza in Europa. Il movimento comunista e operaio non deve sottovalutare la disuguaglianza all'interno della zona euro, nell'UE in generale e fuori da essa, che sta aumentando costantemente. Per esempio, cresce la distanza tra Germania, Francia, Italia, Spagna etc. A confronto col 2000, il divario va ampliandosi a favore della Germania in una serie d'indicatori basilari dell'economia. Questo spiega in parte perché i governi di Francia e Italia, con l'appoggio degli USA, stanno esercitando pressione sul governo tedesco affinché assuma un onere maggiore in diversi modi (tagli dei prestiti, eurobond etc.).

Nel dibattito falso e spurio sul modello di gestione, partecipano tutti: tanto settori delle classi borghesi dei nostri paesi, come partiti liberali e neoliberali borghesi o partiti socialdemocratici – tradizionali o nuovi –, quanto quelli della "sinistra" o della "neo-sinistra", partiti comunisti e operai che hanno sofferto la mutazione opportunista. In questo conservano le loro differenze fondamentali, ma seguono sempre la stessa linea della costruzione imperialista-capitalista dell'UE, a giudicare dalle loro scelte, disposizioni e decisioni politiche antipopolari.

Tutto ciò lo diciamo perché, in realtà, questo confronto inter-borghese non ha niente a che vedere con i veri interessi dei lavoratori, giacché il percorso di sviluppo sospinto dal profitto capitalista, che ha come obiettivo la riproduzione allargata del capitale, non può condurre alla prosperità del popolo. Vi si oppone tanto nella fase di crisi quanto in quella di alto tasso di crescita. Nessuna gestione alternativa del capitalismo può abolire i fattori che contribuiscono all'inflazione del debito, quali lo sviluppo disomogeneo nella zona euro, nell'UE, e la manifestazione periodica della crisi nella cornice del modello di sviluppo.

Stimati compagni:

In queste condizioni della crisi capitalista si stanno inasprendo, inoltre, le contraddizioni inerenti al soggetto che, sia Stato, sezione del capitale, potenza o alleanza imperialista, prenderà il controllo delle risorse naturali, delle vie di trasporto dell'energia, del petrolio e del gas naturale, di come saranno distribuite le quote di mercato. Queste contraddizioni, in piena crisi, dimostrano che la crisi capitalista e la guerra imperialista sono fratelli gemelli. Durante la crisi, aumentano i riassestamenti dei rapporti di forze tra gli Stati capitalisti, emergono nuove potenze che pretendono una ridistribuzione dei mercati a proprio beneficio. Le vecchie potenze cercano di preservare le proprie posizioni, e, se possibile, conquistarne nuove. E' assolutamente valida la posizione secondo la quale "la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi". Quando il sistema, le classi dominanti non possono soddisfare in altro modo i propri interessi predatori, ricorrono alla guerra aperta. Questo è stato storicamente dimostrato molte volte. E' così che funziona il capitalismo; è questo il metodo di sfruttamento. Di fatto, i "lupi" cercano di apparire come "agnelli", cosicché gli USA, che per 10 anni hanno usato su larga scala l'"agente orange" in Vietnam, assassinando 400.000 persone e lasciando mezzo milione di invalido e deformi, oggi usano il pretesto dell'"uso delle armi chimiche" per i loro piani contro la Siria. E' la stessa potenza che, 9 anni fa, fece uso di bombe chimiche al "fosforo bianco". E' la stessa potenza che, mano nella mano con l'UE – dagli aeroporti dei cui paesi decollano gli aerei della NATO – lanciava bombe all'uranio impoverito in Jugoslavia.

Per di più, in questo incontro ricordiamo l'importantissimo comunicato congiunto di 77 Partiti Comunisti e Operai di tutto il mondo contro l'ipocrisia imperialista e i piani per una guerra imperialista contro la Siria.

Stimati compagni:

Oggi i popoli hanno accumulato un'amara esperienza dei percorsi senza via d'uscita dalla barbarie capitalista. Ciò nonostante, le forze borghesi e opportuniste pretendono di creare confusione nella mente del popolo. Indicano nel presunto "dogmatismo neoliberale", la causa della crisi, assolvendo in questo modo il sistema capitalista in sé; propagandano tra i lavoratori la falsità di un'alternativa di sviluppo capitalista diverso, "sano". Alcuni pretendono di convincere che la disoccupazione, che in Grecia è salita al 30%, la povertà, il deterioramento della vita, siano semplicemente "dovuti ai memorandum", nascondendo che la crisi capitalista si è manifestata in seguito all'implementazione di misure antipopolari e, soltanto dopo, vennero i memorandum; o che una simile politica barbara viene attualmente applicata in paesi senza memorandum. In Francia ad esempio, in cui non operano memorandum né Troika, Hollande sta conducendo una riforma del sistema di previdenza sociale, con aumenti drammatici dei contributi a carico dei lavoratori e dei limiti di età pensionabile.

Altri hanno recentemente scoperto che la Grecia "ha perso la propria sovranità" e si trova "sotto occupazione", cercando in questa maniera di celare il duro carattere classista delle misure che vengono attuate. Si tratta di misure che sono a favore degli interessi dei capitalisti nazionali e stranieri, e che vengono attuate non per via di una "posizione di sottomissione", un "tradimento", ma con l'accordo e il beneficio della borghesia greca e dei partiti politici che la servono all'interno del sistema politico, che governano con l'obiettivo unico di salvaguardare il rendimento del capitale e la perpetuazione di questo sistema. Per le stesse ragioni, la borghesia di ogni paese cede diritti di sovranità all'interno delle unioni imperialiste, come l'UE e la NATO; per rafforzare, per rinvigorire il suo potere, così come per mettere al sicuro una parte del "bottino" nel conflitto con i monopoli di altre potenze.

In questo modo, quindi, la soluzione per i lavoratori non può essere la vana speranza di una fantomatica diversa gestione del capitalismo, come sostiene il cosiddetto Partito della Sinistra Europea (SE). Questa speranza, nella pratica, si è rivelata vana in molte occasioni. Per i lavoratori è una dolorosa perdita di tempo prezioso. Lo vediamo nelle misure antipopolari di Obama e nei gravi problemi della popolazione statunitense, nel "vento nuovo" di Hollande in Francia che soffia "velenoso" sugli interessi dei lavoratori e del popolo.

La soluzione non si trova nemmeno nella cosiddetta "democratizzazione" dell'UE, ovvero una "umanizzazione del capitalismo", come predica in Grecia il partito di SYRIZA e in Europa il Partito della Sinistra Europea. L'UE non può convertirsi da "fossa dei leoni" per i popoli a un'UE con uguaglianza e democrazia, cosa dimostra Lenin nel suo lavoro "Sulla parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa", che è stato totalmente avvalorato dai fatti.

I lavoratori possono e devono pianificare il proprio "contrattacco" contro l'evoluzione reazionaria e il militarismo dell'UE, che non può essere il ritorno al capitalismo del XVIII e XIX secolo, come sostengono alcune forze nel nome della restaurazione della "sovranità" degli Stati borghesi. Non solo perché la storia non si ripete, giacché ci troviamo nella fase imperialista - l'ultima fase del capitalismo - nella quale i monopoli cercano di consolidare le unioni interstatali capitaliste antipopolari per soddisfare i propri interessi; ma perché, se anche supponiamo che un paese si ritiri da quell'unione interstatale capitalista, ci saranno migliaia, decine di migliaia di impedimenti che lo terranno intrappolato nelle relazioni di interdipendenza non paritaria che si sviluppano all'interno della "piramide" imperialista del sistema capitalista internazionale.

Così, secondo la valutazione del nostro partito, la soddisfazione delle necessità operaie e popolari, così come la sovranità popolare, la liberazione dai legami delle unioni imperialiste, si possono garantire esclusivamente attraverso il potere operaio e popolare, la socializzazione dei monopoli, la pianificazione scientifica centrale dell'economia, il controllo operaio e popolare.

Ovviamente, stimati compagni, sappiamo che le forze del capitale cercheranno di utilizzare tutti gli strumenti di cui dispongono non solo per disorientare i lavoratori, ma anche per intimidirli. In Grecia il capitale sta cercando di usare Alba Dorata a questo scopo. Un'organizzazione criminale nazista di assassini che si è spacciata per antisistema e che, recentemente, dopo aver attaccato in modo mafioso i dirigenti del KKE, picchiandoli e mettendone in pericolo la vita, il giorno seguente ha assassinato un giovane. E' la stessa organizzazione che con odio razzista ha assassinato, percosso, torturato decine di immigrati nel nostro paese. E' la stessa organizzazione che ha passato gli ultimi anni a organizzare officine "nere" per reclutare lavoratori, che gioca un ruolo di protagonista nei tagli a stipendi e salari secondo gli ordini del padronato, che pretende di eliminare e controllare i sindacati per soggiogarli, convertirli in strumenti dei grandi appaltatori, degli armatori, degli sfruttatori del lavoro degli operai, dimostrando, ancora una volta, che il fascismo nasce in seno al marciume del capitalismo.

L'azione efficace per l'estirpazione totale del fascismo è legata alla lotta e all'alleanza popolare votate al rovesciamento del sistema che alimenta i nazisti. Questo dev'essere il cammino, questa la direzione dello scontro e delle lotte del movimento operaio e popolare. I cosiddetti fronti antifascisti, con forze politiche che difendono lo sfruttamento capitalista o nascondono il legame del fascismo con il sistema, sono fuorvianti.

Le crisi, le guerre imperialiste, lo sforzo di rinascita del fascismo, gli enormi problemi sociali prodotti dimostrano che il sistema capitalista di sfruttamento ha superato i suoi limiti storici. E' imperativa la necessità della lotta per il suo rovesciamento.

Stimati compagni:

In queste condizioni il ruolo del Partito Comunista è insostituibile per l'organizzazione della lotta dei lavoratori, per fronteggiare le misure anti-operaie e antipopolari; così come per la preparazione di una strategia rivoluzionaria volta a creare le condizioni necessarie al cambiamento radicale dei rapporti di forza, spianando il cammino alla mobilitazione e all'attività organizzata delle masse operaie e popolari, per sradicare definitivamente le cause che producono la povertà e la guerra dei lavoratori, i profitti e le ricchezze dei capitalisti.

Il KKE, che alcuni mesi fa ha celebrato il suo XIX Congresso, ha confermato con l'approvazione unanime del nuovo Programma, degli Statuti e della Risoluzione Politica, che il nostro Partito in nessun caso infonderà "linfa" al corrotto sistema capitalista, al corrotto Stato borghese partecipando a un qualsiasi governo, indipendentemente dalla forma e dal nome che si darà per ingannare i lavoratori, perpetuandouno o l'altro dei modelli di gestione della crisi a favore del capitale. In Grecia è in corso una ristrutturazione, una riforma dello scenario politico. La trasformazione del partito opportunista SYRIZA in partito socialdemocratico e in nuovo "pilastro" del sistema politico bipolare borghese sta avanzando rapidamente. In condizioni di dominio dei monopoli, attraverso le unioni imperialiste come NATO e UE, una tale gestione governativa non può dare soluzioni in nessuna circostanza; non può minimamente alleviare le sofferenze del popolo e dei settori popolari. Al contrario, farà si che il movimento operaio e popolare s'inginocchi, si pieghi, ne assorbirà le forze e il popolo perderà tempo prezioso.

Oggi il KKE dà grande importanza alla formazione dell'Alleanza Popolare, che esprimerà gli interessi della classe operaia, dei lavoratori autonomi e dei contadini poveri, dei giovani e delle donne di famiglie operaie e popolari e avrà un orientamento chiaro contro i monopoli e il capitalismo. L'Alleanza Popolare sarà sociale e avrà caratteristiche di movimento, in una linea di rottura e rovesciamento, e non avrà niente a che vedere con politiche di "fusioni ai vertici" e con "soluzioni dall'alto" nel nome di un'opaca "sinistra governativa".

Oggi l'Alleanza Popolare ha mosso i suoi primi passi, ha acquisito una certa forma nel segno dell'azione comune all'interno del movimento sindacale attraverso il Fronte Militante di tutti i lavoratori (PAME), con i contadini poveri nelle zone rurali attraverso il Fronte Militante di Tutti i Contadini (PASY), con i lavoratori autonomi del Fronte Antimonopolista Greco di Piccoli Commercianti Autonomi (PASEVE), tra i giovani del Fronte Militante degli Studenti (MAS) e con le donne attraverso le associazioni e gruppi della Federazione delle Donne di Grecia (OGE).

L'Alleanza Popolare risponde alla necessità dell'organizzazione della lotta per affrontare le barbare misure antipopolari e contro i lavoratori, concentrando forze e portando avanti un contrattacco per ottenere alcune conquiste nel cammino di lotta per il rovesciamento del potere dei monopoli. L'Alleanza Popolare, con il suo orientamento antimonopolista anticapitalista, promuove la rottura con le unioni imperialiste, si oppone alla guerra e agli interventi imperialisti, a qualsiasi partecipazione in esse. Agisce per rinforzare le forze sociali antimonopoliste antimperialiste, esige che la lotta sia volta all'affermazione del potere operaio popolare. L'Alleanza Popolare dirige la sua lotta contro i meccanismi di repressione. Ciascuna forza sociale, oltre al quadro d'azione comune, ha i propri compiti.

Faremo in modo che l'Alleanza Popolare raccolga forze in ogni città a partire dalle fabbriche, dai gruppi monopolisti, dai centri commerciali, dagli ospedali e dai poliambulatori, dalle centrali elettriche e delle telecomunicazioni, dalle infrastrutture e dalle reti e mezzi di trasporto. Che coordini l'attività comune delle forze a seconda del settore, saldandosi con i disoccupati, con i lavoratori autonomi, i contadini poveri e gli altri lavoratori poveri. Che si sviluppi come un processo di maturazione della coscienza politica, dell'organizzazione e delle forme di lotta.

In queste condizioni si organizza e si coordina per la resistenza, la solidarietà, la sopravvivenza. Difende le conquiste dei lavoratori e del popolo: i salari e i contratti collettivi, le pensioni, i diritti lavorativi e civili, i prezzi ai quali i produttori vendono i prodotti agricoli, la protezione dei contadini e dei lavoratori autonomi. Difende il diritto all'educazione, alla salute e al benessere esclusivamente pubblici e gratuiti, la lotta per prodotti di consumo pubblico economici e di qualità, per infrastrutture gratuite per la cultura e gli sport. Lotta contro le droghe, per l'emancipazione e l'uguaglianza di genere, la protezione dei disoccupati, il trasporto, il vitto e l'alloggio degli studenti, le necessità immediate delle coppie giovani, contro le dipendenze da droghe e alcolismo. Esige misure di protezione contro i terremoti e le inondazioni, opere pubbliche infrastrutturali che migliorino le condizioni di vita, l'intervento umano equilibrato nell'ambiente. Evidenzia il potenziale di sviluppo del paese in termini di disponibilità di materie prime, di concentrazione di mezzi produttivi, di abilità della forza lavoro, di conquiste scientifico-tecnologiche.

L'Alleanza Popolare lotta contro la repressione statale, contro la violenza padronale, difende le libertà sindacali e civili, sottolinea che la democrazia borghese è una forma di dittatura del capitale, dei monopoli. La lotta per un'uscita dalla crisi favore ai popoli è inestricabilmente intrecciata alla liberazione dall'UE, alla cancellazione unilaterale del debito pubblico senza alcun impatto sui fondi di sicurezza sociale, gli ospedali pubblici, in rottura con tutte le unioni e alleanze imperialiste.

La lotta per la liberazione dall'UE è legata alla lotta contro il potere dei monopoli e alla lotta della classe operaia e dei suoi alleati per il potere operaio e popolare. Le posizioni di alcune forze, borghesi e non, di uscita solamente dall'euro e dall'UE senza compromettere il potere dei monopoli, senza la loro socializzazione, senza la pianificazione centrale e il potere popolare, ovvero senza gli strumenti essenziali per lo sviluppo del paese a beneficio del popolo, per la distribuzione delle forze di lavoro, il lavoro stabile per tutti, l'eliminazione della disuguaglianza tra regioni, la cooperazione e la relazione di mutuo beneficio con gli altri paesi del nostro continente e del mondo, non costituiscono una prospettiva favorevole al popolo, bensì la perpetuazione del sistema capitalista e del potere del capitale, di tutti gli elementi che portano crisi e guerre.

Allo stesso tempo, il XIX Congresso del KKE ha dato la priorità alla necessità di rinforzare i legami delle organizzazioni del partito con le masse operaie e popolari, di costruire organizzazioni di partito soprattutto nei settori strategici, in ogni centro di lavoro. Allo stesso tempo prendiamo in considerazione la scelta della borghesia, tanto in condizioni di crisi capitalista quanto in condizioni di una possibile guerra imperialista con la partecipazione della Grecia, di colpire il movimento operaio, impedire la benché minima radicalizzazione della classe operaia e dei settori popolari indigenti, qualcosa di fortemente connesso alla restrizione dell'attività del KKE e alla proclamazione dell'anticomunismo come ideologia ufficiale dello Stato, attraverso l'uso della cosiddetta teoria dei "due estremi". Per questo esprimiamo la necessità di una preparazione ideologica, politica e organizzativa essenziale del movimento operaio, che istituirà il partito della classe operaia nel nostro paese, il KKE, un partito che lavora in tutte le circostanze, capace di affrontare qualsiasi sfida le repentine svolte della lotta di classe possano imporre, in cammino per l'abolizione dello sfruttamento capitalista, per la liberazione dalle unioni imperialiste e la costruzione della società socialista-comunista.

Stimati compagni:

Il KKE non nasconde ai lavoratori che il movimento comunista e operaio, specialmente dopo il rovesciamento del socialismo nell'Unione Sovietica e negli altri paesi dell'Europa Centrale e dell'Est, ha sofferto grandi difficoltà. Sta vivendo una condizione di crisi ideologica, politica e organizzativa profonda e subisce la pressione tanto di forze borghesi, che in più casi ricorrono a misure restrittive di proibizione o limitazione delle attività dei comunisti, quanto di forze opportuniste, che pretendono di "mutilarlo" dei suoi caratteri rivoluzionari ed assimilarlo nel sistema capitalista. Questa condizione del movimento comunista, soprattutto in Europa, entra in grande contraddizione con la necessità che le forze operaie e popolari reclamino la ricchezza che producono. Senza un movimento comunista forte in tutti i paesi, senza la coordinazione dell'azione e l'elaborazione di una strategia rivoluzionaria comune, il movimento comunista non può realizzare la propria ragion d'essere. Ovviamente comprendiamo che non possiamo superare da un momento all'altro una situazione che si è andata sedimentando durante decenni.

Tuttavia non c'è altra strada che rimboccarsi le maniche, organizzare la nostra lotta, studiare assieme i complessi avvenimenti europei e mondiali, tracciare e coordinare la nostra azione comune contro l'UE del capitale e della guerra.

Tra pochi mesi si celebreranno le elezioni del Parlamento Europeo, un'importante battaglia politica nella quale i partiti comunisti ed europei devono concentrare la loro offensiva contro la strategia borghese e opportunista, contro l'UE, promuovendo la loro proposta politica.

Compagni:

165 anni fa Marx e Engels pubblicarono la loro magnifica opera "Il Manifesto del Partito Comunista" che iniziava con l'affermazione: "Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono alleate in una santa caccia spietata contro questo spettro".

L'attacco che patiscono oggi le idee comuniste da parte dei borghesi e degli opportunisti mostra che questo "spettro" ancora preoccupa la "vecchia Europa" nonostante si sia indebolito, poiché costituisce l'unica proposta realmente alternativa, che non è altro che la società socialista-comunista. Mentre prende corpo lo sviluppo della cooperazione e dell'azione comune dei partiti comunisti e operai in Europa, più concretamente si preparerà la strada per i cambiamenti radicali e significativi nel continente europeo. In questa direzione il KKE contribuirà al meglio delle sue possibilità".

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Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare